Il Cannolo Siciliano vanta antichissime tradizioni, sia sacre che profane. L’ ipotesi più attendibile racconta che la nascita del cannolo, sarebbe avvenuta a Caltanissetta, nome di una città siciliana che deriva dall’ espressione araba” Kalt et Nissa” e traduce letteralmente il “Castello delle Donne”. La città durante il dominio arabo, dal 827 d.c. al 1091, fu sede di numerosi harem di emiri saraceni. La leggenda narra, che le concubine del sultano, per trascorrere il tempo, durante la sua assenza, si dedicassero alla preparazione di cibi elaborati e soprattutto di prelibati dolci. Si suppone che queste donne, abbiano inventato il cannolo, modificando un antico dolce arabo a forma di banana ripieno di un dolcissimo cibo a base di latte, mandorle e miele, e proprio per la forma vi era un’ evidente allusione fallica alle doti del sultano, esprimendo un significato di virilità. Un’altra fonte racconta che i cannoli furono inventati dalle suore di un convento, sempre a Caltanissetta. Il nome del cannolo sarebbe dovuto ad un dolce-scherzo di carnevale, che consisteva nel far uscire dal cannolo, la ricotta al posto dell’ acqua, dato che il termine cannolo traduce, in termine dialettale anche la parola rubinetto. E se ricordiamo che gli arabi erano abili pasticceri, essendo stati i primi a lavorare la ricotta con la frutta candita, i pezzetti di cioccolato, aromatizzandola con i liquori, dando vita all’ armonia di questo perfetto binomio di gusto, allora si spiegherebbe un legame tra le due leggende, dato che con l’ arrivo dei normanni e la fine del dominio arabo in Sicilia, le donne ormai libere abbandonarono gli harem, e alcune di loro si rifugiarono in convento, dove avrebbero potuto riprodurre alcune delle prelibatezze con le quali avevano sedotto il loro sultano. Quindi possiamo dire, che a inventare il famoso cannolo di ricotta, o siano state le suore di un convento o le concubine di un sultano, donne sì tanto diverse tra loro per il voto di castità, ma non poi così diverse, davanti al piacere di questo dolce straordinario.
Ma le leggende continuano anche fino ai giorni nostri, infatti il famoso chef del ristorante “Il Duomo” a Ragusa Ibla, Ciccio Sultano, del quale il cognome si collega alle antiche leggende di cui abbiamo parlato prima, solo per una divertente coincidenza, racconta che all’ incirca nel 2002, dopo aver spedito dei cannoli a Milano, i quali arrivarono a destinazione schiacciati a causa del pessimo servizio di trasporto, ebbe un’ idea che lo portò a personalizzare il suo cannolo siciliano, un cannolo presentato dentro un piatto da dessert, servito con una zuppa di ficodindia e sorbetto di mandorla rizzuta di Avola.
Come gustare un vero cannolo di ricotta siciliano? Basti pensare a come il Commissario Montalbano, nell’ episodio “Il Campo del Vasaio” gusta di nascosto questa prelibatezza, in attesa del Dottor Pasquano.
Un vero cannolo siciliano va mangiato subito dopo essere stato farcito, affinché la cialda sia ancora fragrante e croccante, dal colore dorato. La cottura perfetta deve farla scricchiolare al primo morso. La crema di ricotta deve essere setacciata, amalgamata con zucchero e aromi, e dolcemente mescolata, fino a quando diventa morbida e liscia. La dolcezza dello zucchero a velo sulla cialda deve imbattersi ai pezzetti di cioccolato e alle pepite di frutta candita che sbucano dalla crema, sorprendendo il palato. Dopo il primo morso, i rumori della cialda si fonderanno con il gusto di una dolcezza infinita.
Un’ emozione sensoriale a cui è un grande peccato dover rinunciare. Buon cannolo a tutti!
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